Era il 13 maggio del 1934, 89 anni fa, quando venne inaugurata ufficialmente la linea ferroviaria Mantova–Peschiera, sfortunata ferrovia concessa rimasta in esercizio per appena 33 anni prima della definiva chiusura a fine aprile del 1967.

Costruita a più riprese tra il 1914 e il 1927, intervallata dallo scoppio della prima Guerra Mondiale e da un cambio di percorso rispetto al progetto originario, la linea venne appunto inaugurata solamente sette anni più tardi a causa di una disputa con le FS — che chiedevano il pagamento di un pedaggio per l’uso del tratto Mantova–S. Antonio Mantovano — risolta grazie all’intervento del Ministero dei trasporti.

La linea ebbe da subito un buon successo a livello di traffico locale e a media percorrenza, grazie all’interscambio offerto alla stazione di Peschiera con la linea Milano–Venezia, tant’è che nel corso degli anni vennero istituiti un biglietto cumulativo per usufruire dei servizi di navigazione lacustre sul Garda, in coincidenza dalla stazione FMP di Peschiera “Darsena”, e di un servizio ferroviario diretto verso Brescia.

Tuttavia, come per molte linee “secondarie” e concesse, i primi problemi sorsero dopo la fine del secondo conflitto mondiale: la linea, distrutta dai bombardamenti anche a causa della presenza di raccordi gestiti dal Genio Militare, fu infatti riparata grossolanamente e negli anni successivi le gestioni che si susseguono non investirono mai in un potenziamento od ammodernamento degli impianti, rendendo di fatto la linea obsoleta dopo pochi anni dall’attivazione.

Nonostante l’acquisto tardivo di nuovo materiale automotore ed il ripristino delle corse dirette su Brescia, le sorti della FMP sembravano ormai segnate, tant’è che il progetto di ammodernamento della linea presentato nel 1961 dall’ingegner Bonat non arrivò mai a fruizione anche perché la linea, due anni più tardi, passò in gestione all’APAM di Mantova, che decise di sospendere i servizi diretti treno + battello, amaro preludio della chiusura definitiva e sostituzione con servizi su gomma avvenuta per decreto ministeriale nel 1967.

La linea, che nella relazione governativa sarebbe dovuta rimanere armata in attesa di una improbabile ricostruzione, venne parzialmente smantellata già nel biennio 1970–1971, lasciando “intatto” il tratto S. Antonio–Marmirolo in uso come raccordo con le locali officine. Dal 2000 e per tratti, la linea è stata convertita in percorso cicloturistico sfruttando il sedime esistente privato delle rotaie.

Come AVTS, in ricordo della linea e in supporto del fiorente turismo su due ruote, abbiamo più volte organizzato viaggi in treno storico, con in composizione una carrozza per trasporto biciclette, sia da Peschiera che da Verona verso Mantova e ritorno, un piccolo gesto che — da sempre — auspichiamo possa aiutare a mantenere viva la memoria di una linea, l’ennesima in Italia, sacrificata nel nome di un boom(erang) economico fondato sulla mobilità su gomma e di una miope politica locale e nazionale.

Automotrice ALn 64.402 a Brescia nel 1961.
(Foto R. Basil, collez. Ambrogio Mortarino)
Treno storico a vapore AVTS con bagagliaio per trasporto bici ripreso lungo la Verona–Mantova.