Domenica 18 dicembre ha segnato, dopo una pausa forzata di due anni causata dalla nota pandemia di Covid-19, il ritorno del tradizionale treno storico per i mercatini di Natale di Trento e Bolzano.
Il treno, trainato dalla E.646.158 in livrea storica verde magnolia e grigio perla, era composto da 7 vetture del “Tipo 1959” in livrea grigio ardesia, di cui un bagagliaio, ha circolato all’andata come TS 96006 tra Verona (p. 9:10) e Bolzano (a. 10:45) con fermate intermedie a Domegliara (p. 9:25) e Trento (a. 10:09), e al ritorno come TS 96007 tra Bolzano (p. 16:25) e Verona (a. 17:55), sempre con fermate intermedie a Trento (p. 17:03) e Domegliara (a. 17:43).
Qui sotto potrete trovare una galleria fotografica dell’evento, nonché la locandina ed il dépliant che hanno accompagnato il viaggio.
Ultimi preparativi in Deposito prima della manovra di piazzamento in stazionePronti alla partenza!Un primo piano del nostro Maestro, nonché Presidente, Silvino
Interni di una delle carrozze “Tipo 1959”Interni di una delle carrozze “Tipo 1959”Manovre di “salto” della locomotiva a BolzanoVista dal finestrinoClima natalizio coi musici a bordoFoto di rito col personale in servizio sul “Treno dei mercatini di Natale”Panoramica della cabina della E.646.158Il rientro della locomotiva in deposito a termine del servizio
Il 15 maggio scorso si è tornati a viaggiare a vapore, per la prima volta in oltre 30 anni, sulla ferrovia che collega Mantova e Monselice. L’occasione per il viaggio speciale è stata la sagra “Prosciutto Veneto DOP in festa”, che si tiene annualmente a Montagnana (PD).
Qui sotto potrete trovare una galleria fotografica dell’evento, nonché la locandina ed il dépliant che hanno accompagnato il viaggio.
In attesa dell’arrivo dei viaggiatori e delle loro bicicletteL’interno del bagagliaioCol segnale disposto a via libera, il capotreno concede il benestare alla partenzaIn attesa di ripartire da Isola della ScalaUno sguardo alla cabina della 640.003I nostri macchinisti, nonché soci, Gabriele e SilvinoSi viaggia a regolatore aperto…In attesa durante il rifornimento d’acquaCon una celere manovra, la locomotiva si riporta in testa al treno per il viaggio di ritornoIn attesa della ripartenza da Este, incrociamo un modernissimo elettrotreno impegnato su un treno regionaleVeduta delle campagne dal bagagliaio
A volte, prendendo e perdendo tempo in questi giorni di quarantena generale, si fanno delle scoperte che hanno del sorprendente. E così vogliamo raccontare una curiosità, un piccolo e sottile filo che lega il nostro Benaco al Nuovo Mondo.
L’anno è il 1891. Il luogo è l’allora Welsch-Tirol, il “Tirolo straniero” dell’impero austroungarico, corrispondente alla provincia di Trento. Il 29 gennaio di quell’anno viene inaugurata la Lokalbahn Moor-Arck-Reif am Gardasee, meglio conosciuta come “Ferrovia Mori-Arco-Riva”, una linea ferroviaria a scartamento ridotto bosniaco che collegava l’importante asse del Brennero con la riva nord del lago di Garda, già allora meta turistica affermata a livello europeo. La storia di questo breve tronco ferroviario, purtroppo, non è dissimile da quella di altre decine di linee secondarie e terziarie nel nostro paese, messe all’angolo dal furioso propagarsi della motorizzazione, quindi ignorate, soppresse, e messe in un fin troppo silenzioso dimenticatoio.
Eccetto per un particolare poco noto: per l’inaugurazione della linea, vennero trasferite da un’altra ferrovia, la Steyrtalbahn, quattro locotender “C1” (o 0-3-1) di costruzione Krauss, entrate poi a far parte del gruppo 298 ÖBB. Una di queste quattro, numero di fabbrica KrLi 2360/90, battezzata “Riva” e targata col numero 2, è la protagonista di uno dei più curiosi casi di “locomotive giramondo”: ritirata nel 1914, ha prestato servizio fino al 1918 presso due Heeresfeldbahnen, o ferrovie da campo militari, fra cui la kukHB Uhnów – Hrubieszów tra Polonia ed Ucraina; poi è stata impiegata dalle PKP, le ferrovie dello stato polacche fino al 1939 come numero XIV 2360; è stata immatricolata per brevissimo tempo presso le SŽD, le ferrovie dello stato sovietico, prima di essere trasferita nel 1941 in Ungheria come MÁV 395.104, e infine in Romania come CFR 395.104, dove ha prestato servizio sulla linea Alba Julia–Zlatna fino al 1968. Se tutto si fosse fermato là, alle ferrovie dello stato della Romania, avremmo anche potuto evitare di metterci a scrivere un post. Perché la storia non è affatto finita.
L’anno è il 1963. Il luogo è la cittadina di Omaha, Nebraska, “casa base” della celeberrima Union Pacific e, in sé e per sé, meta di pellegrinaggio per ogni feramatore americano che si possa definire tale. È l’anno del centenario della costituzione di quella che, assieme alla Central Pacific, avrebbe costruito la prima ferrovia transcontinentale al mondo e, per festeggiare, si decide di sponsorizzare la costruzione di una ferrovia in miniatura all’interno dell’Omaha Zoo. Lo scartamento scelto per i 3.2 chilometri di tracciato è quello da 2 piedi e 6 pollici, appena 2 millimetri più largo dello scartamento ridotto bosniaco, pari a 760 millimetri. Per i primi dieci anni di servizio, l’unica locomotiva in servizio presso la “Omaha Zoo Railroad” è una copia in scala ridotta della UP 119, la locomotiva di Promontory Point e del chiodo d’oro che unì l’est all’ovest degli Stati (finalmente) Uniti d’America. Ma negli anni Settanta lo zoo ha un problema di capacità, e si rivolge al mercato dell’usato per trovare qualcosa che facesse al caso loro.
Per puro caso, una locomotiva a vapore di costruzione austriaca, targata “Riva”, si trova accantonata in Romania, e la Plasser and Theurer, divenutane nel frattempo proprietaria, decise di donarla allo zoo omahense. Le operazioni di restauro furono affidate nientemeno che alle leggendarie officine della Union Pacific, recentemente impegnate per ridare vita e vapore alla 4014 “Big Boy”, che dovettero “americanizzarla” con l’aggiunta di una pompa per i freni, di un bruciatore per la conversione dell’alimentazione dal carbone all’olio combustibile, e di una campana. La rinata “Riva” rientrò in servizio, per la nona volta, nel 1976 durante un evento annuale dedicato alle famiglie, e lì è tutt’ora in servizio, a centotrent’anni dalla sua costruzione.
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